TESTI DI PIERO MANZONI
Per la scoperta di una zona di immagini
Senza mito non si dà arte.
L’opera d’arte trae la sua occasione da un impulso inconscio, origine e morte di un substrato collettivo, ma il fatto artistico sta nella consapevolezza del gesto; consapevolezza intuitiva, poiché tecnica propria dell’attività artistica è la chiarificazione intuitiva (inventio).
Consumato il gesto, l’opera diventa dunque documento dell’avvenimento di un fatto artistico.
Con la scoperta nasce la chiara coscienza dello sviluppo storico dell’opera d’arte. Intendiamo dunque l’arte come scoperta (inventio) in continuo divenire storico di zone autentiche e vergini.
Il nostro modo è un alfabeto di immagini prime. Il quadro è la nostra area di libertà; è in questo spazio che noi andiamo alla scoperta, all’invenzione delle immagini; immagini vergini e giustificate solo da se stesse, la cui validità è determinata solo dalla quantità di GIOIA DI VITA che contengono.
Camillo Corvi-Mora Piero Manzoni Ettore Sordini Giuseppe Zecca
Milano, 9 dicembre 1956
Pieghevole, colore bianco con caratteri in nero, aperto cm 18,7 × 25,4 circa; chiuso cm 18,7 × 12,7; nella parte interna, oltre al testo sulla sinistra, sono riprodotti sulla parte destra in bianco e nero tre lavori coevi degli artisti: E. Sordini, Nascita; G. Zecca, Fiori per il cielo; P. Manzoni, Milano et Mitologia