TESTI DI PIERO MANZONI

I miei primi «achromes» sono del ’57… [Alcune realizzazioni - alcuni esperimenti - alcuni progetti]

I miei primi «achromes» sono del ’57: in tela imbevuta di caolino e colla: dal ’59 il raster degli «achromes» è costituito da cuciture a macchina. Nel ’60 ne ho eseguiti in cotone idrofilo, in polistirolo espanso, ne ho sperimentati di fosforescenti, e altri imbevuti di cobalto cloruro che cambiano colore col variare del tempo. Nel ’61 ho continuato con altri ancora in paglia e plastica e con una serie di quadri, sempre bianchi, in pallini d’ovatta e poi pelosi, con delle nuvole, in fibre naturali o artificiali. Ho anche eseguito una scultura in pelle di coniglio. Nel ’59 ho preparato una serie di 45 Corpi d’aria (sculture pneumatiche) del diametro massimo di cm. 80 (all’altezza, colla base cm. 120).

Nel ’60 ho realizzato un vecchio progetto: la prima scultura nello spazio: una sfera sospesa sostenuta da un getto d’aria. Basandomi sullo stesso principio ho poi lavorato a dei «corpi di luce assoluti», sferoidi che, sostenuti dal getto d’aria opportunamente orientato, giravano vorticosamente su se stessi creando un volume virtuale.

All’inizio del ’59 ho eseguito le mie prime linee, prima più corte, poi sempre più lunghe (metri 10, 11 metri, 33 metri, 63 metri, 1000 ecc...): la più lunga che io abbia eseguito finora è di 7.200 metri (1960 Herning Danimarca).

Tutte queste linee sono chiuse in scatole sigillate.

Nel 1960 nel corso di due manifestazioni (Copenhagen e Milano) ho consacrato all’arte imponendovi la mia impronta digitale, delle uova sode: il pubblico ha potuto prendere contatto diretto con queste opere inghiottendo un’intera esposizione in 70 minuti.

Dal ’60 vendo le impronte dei miei pollici, destro e sinistro. Nel ’59 avevo pensato di esporre delle persone vive (altre, morte, volevo invece chiuderle e conservarle in blocchi di plastica trasparente); nel ’61 ho cominciato a firmare «per esporle» persone. A queste mie opere, do’ una «carta d’autenticità».

Sempre nel gennaio del ’61 ho costruito la prima Base magica: qualunque persona, qualsiasi oggetto vi fosse sopra era, finché vi restava, un’opera d’arte: una seconda l’ho realizzata a Copenhagen: sulla terza, in ferro, di grandi dimensioni, posta in un parco di Herning (Danimarca 1962) poggia la Terra: è la «base del mondo».

Nel mese di maggio del ’61 ho prodotto e inscatolato 90 scatole di Merda d’artista (gr. 30 ciascuna) conservata al naturale (made in Italy). In un progetto precedente intendevo produrre fiale di Sangue d’artista.

Dal ’58 al ’60 ho preparato una serie di Tavole d’accertamento di cui otto sono state pubblicate in litografia, raccolte in una cartella (carte geografiche, alfabeti, impronte digitali...).

Per la musica, nel ’61 ho composto due Afonie: l’Afonia Herning (per orchestra e pubblico), l’Afonia Milano (per cuore e fiato).

Attualmente (’62) ho in fase di studio un «labirinto» controllato elettronicamente, che potrà servire per test psicologici e lavaggi del cervello.

Piero Manzoni

“Evoluzione delle lettere e delle arti”, a. I, n. 1, Milano, gennaio 1963, p. 49